In Italia numerose e diverse fra loro sono le feste popolari e religiose che accompagnano le persone che vivono queste terre anche solo per un breve periodo vacanziero.
Visitare l’Italia durante la Pasqua è un’occasione che molti (dalle altre regioni della penisola e dall’estero) giustamente non si lasciano sfuggire.
Complice la bella stagione che bussa alle porte e la voglia di uscire, il territorio offre le più svariate rappresentazioni di una festività religiosa che porta con sé tutta l’energia gioiosa della rinascita.
Come spesso ci capita, ci piace «girellare» la nostra penisola e curiosare le diverse abitudini popolari che costellano le regioni. Partendo da nord ci fermiamo nel cuore della Valtellina, a Bormio dove la festività prende il nome di «Pasquali”, un rito propiziatorio per chiamare la primavera.
Fra le vie del paese si fa strada un corteo nel quale vengono trasportate portantine decorate con opere d’arte a tema religioso preparate durante tutto l’anno passato. La domenica di Pasqua tutti i gruppi che accompagnano i propri Pasquali ricevono la benedizione dopo la Messa. Questi rimangono in visione la domenica e il lunedì affinché venga decretato un vincitore.
Tra una processione e l’altra, naturalmente, è d’obbligo la pausa di ristoro, all’insegna dei prodotti naturali della zona del Bormio: la farina di grano saraceno, la segale e la polenta taragna sono gli ingredienti primari di ogni piatto. Dalle «sciatt», frittelline di grano saraceno (meglio se fritte in olio d’oliva) ripiene di formaggio, ai classici pizzoccheri o le manfrigole (crespelle di grano saraceno), i sapori della Valtellina sono ruvidi, forti e incisivi.
Scendendo verso le terre del centro, ci fermiamo vicino a «casa», nella nostra Toscana.
Dal Giovedì Santo molte chiese accolgono i visitatori con altari addobbati con ricchezza, nell’attesa della Resurrezione.
A Firenze è ormai tradizionale lo Scoppio del Carro, un rito tra il religioso e il laico, di origine medioevale: un carro (lo Sbrindellone) pieno di fuochi d’artificio, la domenica di Pasqua viene trainato nel centro della città da due buoi e accompagnato da un drappello di figuranti in costume: alabardieri, balestrieri, fanti, sbandieratori, musici impegnati in una suggestiva sfilata.
Il carro conclude il suo percorso davanti al Duomo, dove tre pietre sacre – nella leggenda provenienti dal Santo Sepolcro – vengono sfregate dal Sacerdote per generare l’esplosione. L’esito dell’avventura può essere più o meno propiziatorio e la scintilla sacra con cui viene accesa la fiamma, simbolo di vita e di nuova nascita, viene idealmente distribuita ai fedeli per accendere il proprio focolare.
Anche in questo caso, la sosta culinaria non può mancare e ancora una volta è bene affidarsi ai cibi semplici e alle più sane tradizioni della Toscana tutta: pane, olio e verdure sempre in prima linea.
Ma per voler restituire un sapore antico anche alla tavola, in questo periodo è possibile trovare le carni preparate in dolceforte: una cottura tipica, in particolare, della selvaggina che ha origini antichissime e (con cioccolato e uva passa) mira a stupire anche i palati più coraggiosi.
Scendendo verso il Sud l’atmosfera si fa più solenne offrendo al visitatore e spettatore un’esperienza immersiva speciale, che guida i fedeli, i turisti, gli avventori, in una dimensione spirituale di profonda suggestione.
A Gallipoli in occasione della processione del Venerdì Santo, la processione Te L’Urnia, vede i confratelli vestiti con sacco, cappuccio rosso e mozzetta mentre ripercorrono le tappe della passione di Cristo, trascinando sulle loro spalle la statua di Gesù Morto.
Tutta la Settimana Santa a Gallipoli è intensa di processioni e riti antichi ed è indubbiamente uno dei periodi più attesi dell’anno: a tavola non mancano – come in tutto il meridione – le carni dal sapore deciso e i ricchi contorni annaffiati con l’ottimo olio d’oliva delle migliori varietà meridionali.
Particolarmente simbolici, a chiudere il pranzo pasquale, sono il galletto e la pupa: dolci di pasta frolla, propiziatori di un buon futuro. La pupa contiene un uovo sodo all’interno, simbolo della fertilità e viene regalata alle bambine, mentre il galletto e per i giovani ragazzi.
L’Italia è davvero un paese ricchissimo di tradizioni e culture e basta spostarsi di pochi chilometri per scoprire usanze e storie diverse.
La Pasqua concede espressione alle usanze più radicate e più affascinanti della cultura popolare.
Non rimane che affidarsi a una buona guida (che sia un libro o un viaggio nel web) per scegliere la meta più accattivante e programmare un viaggio per vivere le usanze nel loro svolgersi più intimo.