La tradizione italiana in ambito di riviste dedicate alla cucina è molto ricca e di vecchissima data: ricette, abitudini ed usanze sono sempre state al centro delle attenzioni del grande pubblico e della più diversa editoria.
Oggi le riviste cartacee espressamente dedicate al cibo sono oltre 40 e centinaia i siti, i blog, i notiziari online che si occupano della dieta e dell’alimentazione in generale.
Scorrendo questo immenso panorama, ci fermiamo su tre titoli tra loro molto lontani che ci sembrano comunque rappresentare a diversi livelli gli interessi del più ampio pubblico dei lettori, oltre che restituire tre visioni del mondo culinario tra loro complementari.
A pieno titolo ci piace citare per prima «La cucina italiana”, il più antico mensile di settore e ancora oggi tra i maggiormente letti. Edita a Milano alla fine del 1929, «La cucina italiana» nasce con lo scopo di valorizzare e divulgare le ricette storiche delle diverse regioni.
Con il passare degli anni e con il mutamento del pubblico, la rivista diviene un punto di riferimento popolare anche per i consigli alimentari e per le novità nell’ambito della gastronomia. Sin dai numeri più vecchi accanto alle ricette compaiono proposte di addobbi e decorazioni, regole di comportamento in cucina, contributi di artisti, scrittori o personaggi dello spettacolo, interventi letterari o musicali.
Per alcune mensilità»La Cucina Italiana» interrompe le uscite tra gli anni Quaranta e Cinquanta e questa breve uscita di scena non ferma l’evoluzione della rivista che cambia diverse direzioni e editori. Negli anni Ottanta inizia l’inserto monografico «Speciali de la Cucina Italiana» e negli anni Duemila si consolida definitivamente come la rivista di settore più letta, deposita il marchio ed è tradotta in lingua inglese per il mercato americano ed europeo.
Gambero Rosso (che è in realtà una casa editrice con moltissime espressioni, non soltanto una rivista) ha intenzioni e un tenore di comunicazione molto diversi rispetto a «La cucina italiana”: nasce come inserto di un quotidiano negli anni Ottanta e deriva il suo nome dalla celebre Osteria citata dal Gatto e la Volpe di Pinocchio.
Lega il suo immaginario e le sue attività allo Slow Food, movimento che ha determinato una grande rivoluzione del significato e delle aspettative del mondo enogastronomico.
Dalla fine degli anni Ottanta Gambero Rosso è riferimento di prestigio con le sue guide ai «Vini d’Italia» e ai «Ristoranti d’Italia» e diviene anche un’emittente televisiva (prima Rai, oggi Sky Tv) oltre che patrocinare le attuali Città del Gusto, veri e propri villaggi dedicati, comprensivi di scuole, teatri, ristoranti e osterie e studi televisivi, con sede oggi in alcune delle maggiori città italiane. Rimane tuttora tra i riferimenti più autorevoli degli chef pluristellati, produttori di vini, organizzatori di eventi eno-gastronomici, artisti del gusto.
Finiamo con una segnalazione «di nicchia» che ci piace citare perché rappresenta una visione «premium» e contemporaneamente molto aperta e versatile del mondo della cucina, un po’ come le linee più preziose di Carapelli.
Si tratta di Cook_inc, un magazine quadrimestrale, che dal 2011 racconta il mondo e le sue espressioni attraverso la tavola e la cucina. Non vuole – come Gambero Rosso – recensire o classificare, ma ama gli approfondimenti, i ragionamenti, gli incontri. Si stupisce di fronte alle novità, ha uno sguardo ampio e a 360 gradi.
Approfittiamo delle stesse parole che Cook_Inc ci propone, per citare al meglio il suo spirito: «Ogni numero affronta un tema, concepito come linea guida, concedendosi talvolta il lusso di perdersi, perché come nella vita, a perdersi, capita di incontrare cose bellissime.
Tre visioni diverse di un unico mondo, quello della cucina e dell’arte del cibo in generale, che colora le letture estive di tinte diverse e soddisfa i più lontani «palati» con letture differenti – quando non opposte – della vita ai fornelli o a tavola.